Cliente:
Lucia (nome puramente di fantasia)
Oggetto dell’indagine:
Indagini per accertare lo stalking subito
Sospetto:
La cliente, una ragazza di 33 anni, ci confidava che da circa un mese era vittima di stalking, raccontandoci di aver subito danni alla propria autovettura (forature alle gomme e graffi nella carrozzeria), di aver ricevuto nel cuore della notte scampanellii al citofono della propria abitazione seguiti da insulti, minacce e risate isteriche generate da una voce maschile e di aver avuto la sensazione di essere stata seguita.
La denuncia presentata al Commissariato di zona non aveva ancora prodotto alcun risultato e la ragazza si sentiva impotente, spaventata dalla situazione divenuta ormai per lei un incubo, temendo per la propria incolumità.
A complicare la situazione era il fatto che Lucia non aveva sospetti concreti su nessuno poiché, da diversi anni, non aveva avuto relazioni stabili e nessuno delle persone che aveva frequentato aveva a sua volta mostrato particolare interesse o ossessione nei suoi confronti.
Le indagini
Gli investigatori privati assegnati al caso, iniziarono le indagini attuando dei pedinamenti di protezione nei confronti della cliente, cercando nel frattempo di ricostruire la vita privata e lavorativa della giovane donna, intervistando direttamente l’interessata e successivamente analizzando i profili dei suoi conoscenti, attraverso indagini OSINT (Open Source Intelligence) ed una raccolta e ricerca informazioni.
Dalle nostre verifiche, nessuna delle persone frequentate dalla committente, sia nella vita privata che lavorativa, sembrava aver alcuna motivazione a mettere in atto tali comportamenti… Tutti risultavano essere estranei ai fatti, qualcuno sembrava più eccentrico di altri, ma nessuno di loro aveva avuto precedenti simili o aveva avuto discussioni e incomprensioni con Lucia, tali da motivare un atteggiamento rancoroso e di forte risentimento.
Facendo il punto della situazione, a distanza di 5 giorni, le indagini sembravano ad un vicolo ceco, sia gli appostamenti che le indagini difensive non avevano prodotto alcun risultato; nella vicenda di Lucia, mancava un sospettato, e il fattore motivazionale che potesse “giustificare” le molesti e lo stalking perpetrato ai suoi danni.
Decidemmo quindi di allargare le maglie dell’indagine coinvolgendo un nostro consulente, esperto criminologo, che finalmente ci diede una diversa interpretazione della vicenda. La sua idea era che l’Offender potesse avere con la propria vittima un legame antico, che rimandasse al passato, un risentimento lontano, coltivato ed elaborato nel corso degli anni, uno Stalker Risentito, un soggetto che agiva perché convinto di essere stato vittima di un’ingiustizia o di un’umiliazione, percependo in Lucia, la causa di tale vessazione e agendo nei suoi confronti perché spinto da desiderio di vendetta.
Questa ipotesi fu presa seriamente in considerazione dai nostri investigatori privati e, Giuseppe Tiralongo, titolare della nostra agenzia investigativa, decise di intervistare personalmente Lucia, cercando questa volta di ricevere dalla stessa notizie sul suo passato, un lavoro delicato che richiedeva tecnica, sensibilità e tanta pazienza.
L’investigatore sapeva bene di avere davanti a sé una persona fragile che a causa dello stress e dell’intensità emotiva scaturita dagli eventi delittuosi subiti, poteva codificare i propri ricordi in maniera distorta ed incompleta. Quindi decise di adottare un metodo di intervista scientifico.
Dopo aver ascoltato le vicende passate della nostra cliente, balzò agli occhi del detective un accaduto interessante che poteva metterci nella pista giusta. Lucia raccontò a Giuseppe, storie delle sue amicizie legate all’adolescenza, parlò delle sue vacanze estive, del catechismo in parrocchia, di quando frequentava la scuola elementare e delle medie, ma soprattutto si soffermò con più trasporto nei racconti che riguardavano gli anni passati al liceo, ricordando in particolare che,durante un compito in classe, quando era al terzo anno, “aveva fatto la spia”! Raccontò con sarcasmo che il proprio compagno di banco, tale, Alessio (nome di fantasia) in occasione di un compito in classe, aveva nascosto nell’astuccio delle penne, alcuni appunti sull’argomento della verifica e che la stessa sia andata immediatamente a riferirlo alla professoressa, la quale annullò l’elaborato dell’alunno costringendolo da quel giorno a sedersi al primo banco dell’aula.
Lucia disse che in seguito, Alessio non le rivolse più la parola e che fu, “in un certo senso”, indotto a cambiare scuola poiché molti dei professori dell’istituto avevano mostrato nei suoi confronti avversità per via dello scarso profitto e della sua condotta che peggiorava di giorno in giorno. L’anno successivo, il ragazzo cambiò scuola e non lo vide più.
Decidemmo di approfondire questa pista, quindi identificammo i profili social di Alessio e recuperammo alcune informazioni sul suo conto; scoprimmo che era single, che recentemente era stato licenziato, che viveva presso l’abitazione dei genitori situata nello stesso quartiere di Lucia e che possedeva un autovettura di sua proprietà.
Finalmente avevamo un sospettato che aveva, un nome, un volto e un possibile movente: Dopo aver raccolto ulteriori notizie circostanziali sull’indiziato, decidemmo di intensificare la sorveglianza su Lucia, utilizzando tecniche avanzate di osservazione, posizionando microcamere difronte il portone della propria abitazione.
Dopo ulteriori 7 giorni di osservazioni, finalmente riuscimmo a documentare alcuni avvenimenti importanti e decisivi per la risoluzione del caso. Alessio, era stato fotografato e filmato mentre, a bordo della propria autovettura, stazionava per diverse ore del giorno, nelle immediate vicinanze dell’abitazione di Lucia.
Una mattina riuscimmo a documentare lo stalker, mentre appiedato, pedinava Lucia che in quella circostanza era uscita di casa per andare a lavoro, su nostra indicazione, utilizzando i mezzi pubblici. La stessa notte, lo stalker tornò presso l’abitazione della cliente e in quella occasione riuscimmo a filmarlo mentre, con circospezione suonava in maniera convulsiva il citofono, pronunciando insulti e minacce di morte, dandosi subito dopo alla fuga.
In conclusione, grazie alle prove che avevamo raccolto, Alessio venne perseguito per il reato di Stalking, subendo una misura restrittiva con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.