Tantissime sono le richieste che ricevo da parte di persone che vogliono informazioni sulla mia attività professionale, ovvero, quella dell’investigatore privato.
L’investigatore privato è sempre stato musa ispiratrice di film per la televisione e di romanzi di successo – innegabilmente la mia professione rievoca storie di omicidi, di intrighi planetari, di spionaggio e via dicendo, ma non tutto quello che leggiamo o vediamo in televisione è veritiero, certo, le sorprese in questo lavoro non mancano mai ma la realtà è ben diversa.
Ho deciso dunque di fornire attraverso il mio blog informazioni utili per chi fosse interessato ad intraprendere questa professione o per chi invece, semplicemente è curioso di sapere…
Iniziamo con alcuni dati nazionale: In Italia esistono circa 2.500 agenzie investigative per lo più stanziate principalmente nelle città di Milano, Napoli e Roma.
Circa il 70% degli investigatori privati autorizzati, ovvero in possesso della licenza prefettizia ex art. 134 T.U.L.P.S., ha un’età anagrafica maggiore a 50 anni e molti di essi provengono dalle forze di pubblica sicurezza.
Prima del 2010 le licenze necessarie per intraprendere la professione di investigatore privato venivano rilasciate unicamente previo accertamento della capacità tecnica del soggetto, il quale doveva dimostrare di aver maturato l’esperienza necessaria per poter gestire una agenzia investigativa.
Altresì, il richiedente della predetta licenza doveva essere in linea con i così detti “requisiti morali”, ovvero, non avere precedenti penali o condanne scorse in giudicato, una caratteristica questa che è rimasta a tutt’oggi invariata.
Per farla breve, in passato venivano agevolati quei soggetti ex appartenenti alle forze di polizia e la valutazione del requisito “capacità tecnica” era esclusivamente a discrezione della Prefettura che gestiva l’istanza, la quale aveva il diritto inappellabile di giudicare positivamente o negativamente la concessione dell’autorizzazione.
Detto ciò, puoi comprendere come fosse davvero difficile ottenere le autorizzazioni necessarie per intraprendere la professione di investigatore privato, l’unica alternativa era quella di tentare le istanze in molteplici prefetture a finché qualcuna avesse dato parere positivo…
Oggi l’iter per la concessione della licenza è finalmente cambiato in meglio. Il DL 269/2010 ha di fatto regolamentato ciò che prima non lo era, ed ha obbligato gli investigatori privati a frequentare corsi di laurea e di formazione professionale.
Quella dell’investigatore privato è una professione molto complessa, bisogna essere sempre aggiornati con la normativa e conoscere bene le strumentazioni necessarie per svolgere le attività investigative e, non meno importante, bisogna possedere delle qualità soggettive che non si possono apprendere in nessun corso di formazione, doti personali che servono a gestire lo stress e a districarsi in ogni situazione.
Per quanto riguarda la mia professione di investigatore privato, posso senz’altro elencarti alcune delle qualità necessarie per essere un buon detective privato:
A Roma ho mosso i miei primi passi nel campo delle investigazioni private, quando ero ancora minorenne. Ricordo che ogni tanto un investigatore privato Roma mi reclutava per aiutarlo nei pedinamenti utilizzando il mio motorino. Dopo il servizio militare decisi di consolidare quelle esperienza passata nella mia professione, con l’obbiettivo di aprire un giorno la mia agenzia investigativa.
Nel 1998, tutto era molto diverso da oggi, svolgere un investigazione era più complicato, c’era meno tecnologia per supportare il lavoro del detective privato, niente GPS per i pedinamenti, niente internet per ricercare informazioni, niente reflex digitali o telecamere 4K… insomma, il risultato delle indagine era per lo più dipeso dalle abilità personali dell’investigatore privato e dalle sue capacità di improvvisazione.
In quegli anni, se eri un bravo investigatore, il lavoro di certo non mancava mai e per questo ho avuto modo di lavorare per molto tempo presso diverse agenzie investigative a Roma, Milano e Firenze.
Durante il corso della mia gavetta ero giunto alla conclusione che, se avessi un giorno avuto la possibilità di aprire la mia agenzia investigativa, avrei utilizzato un metodo di gestione totalmente differente da quello messo in atto dalla stragrande maggioranze delle agenzie con cui collaboravo. Queste ultime erano di fatto gestite come normali attività commerciali e mettendo l’accento sui profitti, trascuravano l’aspetto professionale, la formazione e la ricerca di nuove tecnologie.
Tornando alla mia esperienza professionale, posso dire che è stato molto difficile perseguire il mio obbiettivo, ho affrontato molte difficoltà e ho dovuto fare i conti anche con situazioni pericolose. Sono stato sequestrato, aggredito e minacciato da personaggi venuti a conoscenza, tramite i loro legali o direttamente dagli stessi committenti, delle indagini che avevo svolto sul loro conto. Tra i miei datori di lavoro, c’era chi tardava il pagamento dei miei compensi e persino chi non mi pagava affatto, chi mi abbandonava in strada ore ed ore per svolgere appostamenti senza una logica apparente e chi prometteva opportunità di crescita professionale che alla fine si rivelavano solo illusioni, insomma, è stata un’esperienza faticosa contornata da molti personaggi ambigui che in qualche modo, hanno tentato di ostacolare il mio percorso.
Oggi faccio quello che ho sempre desiderato fare, ho raggiunto il mio obbiettivo e cerco di svolgere il mio lavoro nel migliore dei modi affinché possa essere sempre soddisfatto del mio operato; proprio per questo mi impegno nella ricerca di strumentazioni efficaci e sono sempre in continuo aggiornamento sulle nuove normative che regolano il settore delle investigazioni private.
La tecnologia ha fatto notevoli progressi e la società è cambiata nel corso degli anni, tuttavia, ci sono molte cose che sono rimaste uguali rispetto ai tempi in cui ero giovane, quindi continuo a lavorare duramente per costruire il mio futuro. Proprio come allora, quando guardo me stesso allo specchio, provo serenità. Il mio volto non riflette avidità né opportunismo, perché ho sempre lavorato con passione.
Nessun investigatore privato ha la capacità di condurre indagini su WhatsApp. Per altre richieste, siamo a tua disposizione e tratteremo la nostra conversazione con riservatezza assoluta.