Sempre più frequentemente, le persone scelgono di rivolgersi agli investigatori privati o alle agenzie investigative, con l’intento di acquisire elementi di prova utilizzabili in sede giudiziaria. Il problema si pone quando il professionista scelto non ha la formazione adeguata per svolgere le proprie indagini seguendo le linee direttive impartite dalle normative vigenti, rendendo quindi inutilizzabili le prove che ha raccolto durante la propria attività investigativa.
La recente sentenza n. 28378 della Cassazione ha posto l’attenzione sulla delicata questione del “sub appalto” nelle investigazioni private, in particolare in quelle in ambito aziendali necessarie per le contestazioni disciplinari dei dipendenti. Il cuore del problema risiede nella necessità di rispettare la privacy, tenendo traccia dell’investigatore privato che effettivamente conduce l’indagine.
Il caso riguarda in particolare di un dipendente di una nota azienda di telecomunicazioni italiana, licenziato dopo che la società aveva accertato un secondo lavoro durante lo svolgimento di servizi esterni, con una sovrastima delle ore lavorate. Le prove ottenute tramite l’agenzia investigativa sono state dichiarate dalla Corte inutilizzabili poiché il pedinamento era stato affidato ad investigatori privati esterni, non dipendenti dell’agenzia investigativa incaricata di eseguire le indagini.
La Cassazione ha quindi accolto il ricorso con rinvio, sottolineando che il mandato investigativo prevedeva l’utilizzo di investigatori esterni, che però non erano stati indicati all’interno del contratto, come previsto dal Dlgs. n. 196/2003. La sentenza sottolinea l’importanza del rispetto del Codice Deontologico pubblicato dal Garante Privacy, che obbliga l’investigatore privato ad eseguire personalmente il proprio incarico, avvalendosi di personale esterno solo se questo sia stato espressamente indicato nel mandato d’incarico investigativo.
A livello processuale, la decisione evidenzia che l’inutilizzabilità dei dati raccolti in violazione dei codici deontologici è “assoluta”, applicabile sia in sede processuale che extraprocessuale. Ciò impedisce quindi al datore di lavoro di utilizzare tali dati nella contestazione disciplinare e al giudice di basare la propria decisione su di essi.
La sentenza afferma i seguenti principi di diritto:
La Corte Suprema di Cassazione, in un precedente intervento, aveva affrontato una problematica legata alla violazione della normativa sulla privacy da parte di un investigatore privato. Il caso riguardava un investigatore privato sanzionato per aver superato i limiti temporali e materiali del proprio mandato. In particolare, l’investigatore privato aveva pedinato la moglie del proprio cliente (coinvolta in una causa civile per l’affidamento del minore), anche quando questa non era in compagnia della figlia, installando un GPS sull’ autovettura del target, senza poi minimizzare i dati raccolti.
In particolare, le osservazioni del detective si erano prolungate di qualche giorno, superando il termine di scadenza concordato con il cliente nel mandato investigativo. Altresì, nella propria relazione investigativa, l’investigatore privato aveva riportato anche fatti eccedenti all’oggetto dell’incarico, riferendo sulle frequentazioni che la donna aveva avuto con il nuovo compagno, allegando al rapporto anche le fotografie che la ritraevano in effusioni amorose con quest’ultimo, allargando le attività investigative a fatti non pertinenti ed eccendenti all’oggetto dell’incarico.
In conclusione, è importante sottolineare che affidarsi ad investigatori poco professionali o condurre indagini in proprio, può costituire una violazione delle normative vigenti, inficiando e rendendo inutilizzabile qualsivoglia prova prodotta.
A tal proposito, la nostra agenzia investigativa fornisce un servizio di assistenza legale dedicato ai clienti, tra cui avvocati, consulenti e privati cittadini. Questo servizio è pensato per coloro che necessitano di verificare l’accuratezza delle informazioni e dei dati che li riguardano personalmente, i quali sono pubblicati nelle relazioni investigative redatte dagli investigatori privati o dalle agenzie investigative.
Rivolgendoti alla nostra agenzia investigativa avrai l’opportunità di ottenere le prove che stavi cercando, in modo sicurezza e nel rigoroso rispetto della privacy. Ci impegniamo a tutelare la tua riservatezza e quella della persona coinvolta nelle nostre indagini, garantendo un servizio affidabile e professionale.
Nessun investigatore privato ha la capacità di condurre indagini su WhatsApp. Per altre richieste, siamo a tua disposizione e tratteremo la nostra conversazione con riservatezza assoluta.