In vent’anni di attività sono molte le persone che si sono rivolte alla nostra agenzia di investigazioni perché avevano il sentore che l’ex marito o l’ex moglie potesse svolgere una attività lavorativa in nero o regolarmente retribuita, non dichiarata in fase di separazione.
Nel contesto di una separazione sia essa consensuale o giudiziale, avere certezza circa le reali condizioni economiche dell’ex coniuge è fondamentale per ottenere un onesto assegno di mantenimento. Altresì, la cassazione ha ribadito coma la nuova convivenza dell’ex coniuge possa interrompere il diritto agli alimenti.
Far seguire l’ex coniuge è fondamentale per intraprendere nuove strade di trattativa pre post separazione, per la ritrattazione ed il giusto ricompenso dell’assegno di mantenimento e in alcuni casi (i più frequenti) la cessazione dello stesso.
Riteniamo come la separazione tra i coniugi non debba essere una punizione per il coniuge più abiente ma, semplicemente, la cessazione del matrimonio e del negozio giuridico ad esso annesso. Avvalersi della nostra agenzia investigativa significa garantire i propri diritti di separato e vedersi riconoscere un vantaggio economico indebitamente sottratto.
Dico questo perché non è raro trovare persone che in fase di separazione, tentino di mascherare o dissimulare il proprio patrimonio allo scopo di sborsare un assegno di mantenimento non congruo alle reali possibilità e quindi di molto inferiore a quanto spetterebbe.
Al contrario può capitare che la persona interessata a pretendere l’assegno di mantenimento sostenga il falso, adducendo di non possedere risorse patrimoniale per il proprio sostentamento al fine di richiedere un assegno con un importo più alto.
Questi comportamenti scorretti sono favoriti dalle procedure che la separazione prevede e più in particolare dal solo obbligo documentale previsto per le parti, ovvero quello di presentare in giudizio le ultime tre dichiarazioni dei redditi.
Fortunatamente la legge consente agli ex coniugi di eseguire accertamenti per individuare e documentare la reale situazione reddituale e patrimoniale del l’ex consorte, dimostrando ad esempio, l’attività lavorativa in nero non dichiarata in fase di istruttoria.
Reperire la documentazione e le informazioni necessaria al fine di comprovare la malafede dell’ex coniuge è il nostro obbiettivo.
Insinuare il dubbio agli occhi del Giudice è fondamentale perché esso, dubbioso, possa intraprendere nei confronti dell’imputato una azione investigativa che gli consenta, attraverso il lavoro della Polizia Tributaria, di acquisire documentazioni circa la reale situazione patrimoniale del soggetto – come ad esempio conti correnti bancari, immobili, titoli azionari , assicurazioni, autovetture e via dicendo.
In questo contesto, disposte le opportune indagini patrimoniali, il Giudice può richiedere all’ex coniuge che abbia fatto supporre la non attendibilità delle dichiarazioni rese, la presentazioni di alcuni documenti necessari per l’istruttoria. Tale richiesta potrà essere estesa anche a soggetti terzi chiamati in causa indirettamente (es: il direttore della banca presso il quale insiste un corrente, il datore di lavoro, i soci di un eventuale società, inquilini in affitto, etc.).
La nostra attività investigativa viene svolta attraverso l’osservazione statica e dinamica del consorte il quale viene sorvegliato durante la sua quotidianità. In presenza di elementi utili alle risultanze investigative, vengono effettuate foto e videoriprese per immortalare la situazione. Lo step successivo consiste nella raccolta e ricerca di informazioni utili alle indagini, come ad esempio visure e analisi di conservatoria, ma anche interviste e ricerca dei test.
Conclusa l’attività investigativa viene redatto un dossier.
Rivolgiti senza impegno alla nostra agenzia per avere una consulenza gratuita.
Nessun investigatore privato ha la capacità di condurre indagini su WhatsApp. Per altre richieste, siamo a tua disposizione e tratteremo la nostra conversazione con riservatezza assoluta.